Nella nostra regione c’è un grande movimento di “cittadinanza attiva” che chiede la cessazione dell’uso dei pesticidi chimici, nelle città, nelle strade, nei campi.
Noi lo sapevamo da sempre, ma ora, il glifosate, principio attivo dei più comuni diserbanti chimici usati nei campi, è stato dichiarato “probabile cancerogeno” dallo IARC, l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro, organo dell’OMS l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Nella nostra regione c’era già un discreto movimento di “cittadinanza attiva” che da tempo andava organizzando seminari di informazione e sensibilizzazione della popolazione. I temi sono quelli della distruzione dell’ambiente, dell’inquinamento delle acque e degli alimenti e dei danni alla salute, dovuti al modello agricolo chimico-industrale, al servizio del profitto ma non dell’uomo. Non vengono accusati i contadini, i terzisti e i proprietari, ma la classe politica, che non ha saputo fare le scelte giuste e le giuste leggi e che tuttora non le fa. Gli attivisti sono ambientalisti, agricoltori biologici, medici che notano il degradarsi dello stato di salute, professori universitari, biologi e semplici cittadini.
Dopo la decisione dello IARC si stanno realizzando molte nuove iniziative virtuose. Le più vicine a noi sono la decisione della provincia di Ancona di non usare più il diserbo nelle strade provinciali e le decisioni dei comuni di Arcevia e Serra de’ Conti di non usarlo nelle strade comunali e nelle città, per il controllo delle erbe indesiderate. Nel frattempo è anche iniziato un percorso verso il distretto biologico della nostra vallata, con la partecipazione di imprese e comuni.
Ora occorre una grande opera di formazione per la conversione dall’agricoltura chimica a quella biologica; molti agricoltori sono pronti a fare il passaggio.
La Terra e il Cielo e l’associazione REES Marche sono in prima linea in tutti questi percorsi.